ALLA SCOPERTA DEL MALI


Leggendo in un deplian che
Il Mali č il gioiello sulla
corona dell’Africa occidentale, una destinazione che
possiede tutti gli ingredienti per soddisfare le esigenze
d’ogni viaggiatore, una parte d’Africa lontana dal mare, ma
dove non si trova solo il deserto e il sole, ma anche
splendide strutture architettoniche, coloratissimi mercati,
un paese che vive sulle sponde del Niger e perché non
visitarlo allora! Decidiamo di partire, siamo una bella
comitiva tutti amanti dell’Africa, ma sicuramente la piů
motivata ero io
. Prima Tappa Roma Casablanca,
quando scendo dall’aereo sono pervasa da uno strano brivido,
sono in terra africana nuovamente, ho pensato, cerco di
mostrare la mia felicitŕ ai compagni di viaggio, ma non
possono comprenderla. Con grande nostra fortuna abbiamo la
giornata a disposizione per visitarla, la cosa piů bella la
moschea e il suo grandissimo piazzale, praticamente come
grandezza e’ la seconda dopo quella della
Mecca.


L’indomani
sera ci aspetta il volo Casablanca Bamako dopo 4 ore
giungiamo in Mali! Ormai č notte, all’aeroporto ci attende
la nostra guida locale “Buba” che ci ha coadiuvato nel
disbrigo delle pratiche necessarie per muoverci
liberamente nel paese e che abbiamo seguito e
apprezzato tutti i suoi consigli per tutti i 15 giorni
durante tutti i nostri spostamenti dandoci un valido aiuto
e supporto,. dopo aver sbrigato tutte le pratiche ci
accompagna in albergo Sveglia all’alba dobbiamo raggiungere
la piccola cittadina di Segou , durante il tragitto
incontriamo i vari villaggi agricoli abitati dai Bambara e
Bobo dove si tengono i vivacissimi mercatini,. Quello che mi
colpisce maggiormente č la gente e sopratutto i bambini che
per loro l’arrivo dei turisti č una grande festa , perché
portiamo tante cose, biro, matite,block notes, caramelle e
persino fazzolettini e salviettine umide, bimbi scalzi mal
vestiti sporchi, ma con il sorriso sulle labbra felici,
forse vogliono darci una lezione di vita ho pensato tante
volte fra me e me . qualcuno con il ventre gonfio dovuto
sicuramente a mal nutrizione e tanti con infezioni al naso e
agli occhi, avrei voluto fare qualcosa per loro, ma ero e mi
sentivo impotente.


Giungiamo
a Segou, piccola cittadina con case di terra e paglia sulle
sponde del fiume Niger dove scorre lentamente la vita
della cittŕ, nel piccolo porticciolo piroghe cariche di
ceramica, pesce, per il commercio uomini e donne che si
lavano, lavano le caprette, qualcuno fa anche il
bucato, praticamente il fulcro di questa piccola
cittadina č proprio il Niger. .Ci fermiamo l’intera
giornata, l’albergo che ci ospita non č il massimo,
forse il migliore, ma dobbiamo pensare che ci troviamo
proprio in Africa nera.




Il
giorno seguente sveglia all’alba, purtroppo sarŕ cosě
tutti i giorni in quanto abbiamo abbastanza chilometri da
fare per poter raggiungere tutte le cittadine e visitare
tutti gli angoli piů importanti. Dobbiamo raggiungere la
cittadina di Djennč soprannominata “la regina del
delta” ed č pure elencata fra i siti dei patrimoni
dell’umanitŕ Per raggiungerla attraversiamo su una
grande chiatta il fiume Bani affluente del Niger
L’architettura religiosa e anche civile č unica:
infatti conserva ancora oggi, immutato, il sapore della
tradizione. La sua Moschea č il piů grande edificio del
mondo costruito con il fango, ci appare come
un’immaginazione fiabesca, sembra un disegno di un
bambino, ai piedi di essa ogni lunedě si svolge
l’animatissimo e pittoresco mercato, uno dei piů
spettacolari dell’Africa occidentale, e fortunatamente
giungiamo proprio di lunedě.
La moschea certamente č la piů
nota dell’Africa occidentale con la sua caratteristica
facciata ornata di colonne e ripartita da tre massicci
minareti, č il piů grande monumento costruito in “banco” ,
un impasto di argilla, paglia e sterco, ogni anno dopo la
stagione delle piogge devono ricostruirla.



Il
nostro tour continua girovagando per le strette viuzze in
terra battuta, cogliamo gli attimi di vita quotidiana delle
donne e dei bambini sempre sorridenti, non appena ci vedono
e capiscono che siamo turisti ci raggiungono chiedendoci
“cadeau” regalo, in cambio di una foto si accontentano di
qualsiasi cosa possiamo offrire loro anche una semplice
caramella Ci siamo anche imbattuti in gruppi di ragazzini
intenti a scrivere su tavolette di legno i capitoli del
corano che dopo imparano a memoria. Quanta miseria, ma
nonostante tutto tanta allegria e sulle loro labbra non
manca il sorriso che siano uomini donne o bambini, questa
veramente č una lezione di vita che dobbiamo imparare




L’albergo che ci ospita č
ancora piů fatiscente di quello di Segou, ma per fortuna non
ci manca lo spirito e cerchiamo di adattarci nel miglior
modo possibile, e soprattutto di convivere con i geghi sulle
parti e le ranocchie che saltellavano qualcuno aveva anche
la compagnia di qualche scartafaccio forse il pensiero che
le notti successive avremmo dormito in tenda ci rincuorava,
in quanto dovevamo adattarci anche con i servizi
igienici…….. .
I giorni successivi erano
dedicati alla visita dei villaggi Dogon



I
Dogon vivono sparsi nei numerosi villaggi della Falesia,
fascia rocciosa, di Bandiagara, zona che č stata dichiarata
patrimonio dell’umanitŕ dall’Unesco per la sua importanza
culturale. I loro villaggi sono incastonati sulle
pareti rocciose e per raggiungerli veramente un
impresa ardua, predomina il colore della terra e un grande
silenzio interrotto ogni tanto dalle voci dei bambini,
durante il nostro precorso abbiamo piů volte incontrato le
donne che si recavano al pozzo per attingere l’acqua.




Vivono
d’agricoltura coltivando miglio sorgo e cipolle, ma anche di
turismo basta uscire dall’albergo che subito ti
vengono incontro a offrirti il loro artigianato locale dalle
tipiche porte in legno dei granai scolpite, alle statuette
di ebano ,maschere collane.



Le maschere sono il simbolo piů espressivo della fede dei
Dogon, sono usate durante le cerimonie durante l’escursione
in un villaggio grazie alla nostra guida “Buba” siamo
riusciti ad assistere
ad una loro danza rituale.


In questi due
giorni certamente abbiamo dovuto adattarci dormendo in
tenda perché era impossibile trovare hotel, ma č
stato emozionante addormentarsi sotto le stelle e svegliarsi
alle prime luce dell’alba per vedere il sorgere del sole,
alcuni miei compagni di viaggio oltre a penne, matite
e quaderni hanno portato anche dei capi di vestiario per i
bambini con l’aiuto della nostra guida siamo riusciti ad
andare a portarli e visitare una scuola locale.





Terminata
la visita ai bellissimi villaggi dei Dogon, ci dirigiamo
verso Mopti chiamata la Venezia del Mali, qui finalmente
dormiremo in un albergo, in un bel letto e con i desiderati
servizi igienici e soprattutto una bella doccia che in
questi giorni purtroppo era impossibile fare! Oltre a tutte
queste comoditŕ, sorpresa nell’albergo troviamo anche una
bellissima piscina, ovviamente dopo esserci sistemati un bel
tuffo ristoratore ci voleva! Dopo di che una visitina alla
cittŕ al suo mercato, un bel pranzetto sul porto che
praticamente č il crocevia degli scambi commerciali del
Mali.





Finalmente
dormiamo comodamente in un letto con tanto di
aria condizionata!!! L’indomani come al solito la sveglia
all’alba, dobbiamo partire molto presto, prossima meta Timboctou ci aspettano ancora due notti in tenda sulle
sponde del Niger.
Ci
imbarchiamo all’alba sulla piroga, l’acqua ha preso il posto
della terra rossa e delle strade sconnesse , seduti sui
cuscini delle panche non ci rimane che ammirare il via vai
delle piroghe che si incrociano e paesaggi dei pescatori,
le donne chine che lavano i panni e i bimbi sempre
sorridenti che si salutano. Ogni tanto ci fermiamo per
visitare qualche villaggio e anche per sgranchirci le gambe.
Ogni qual volta ci fermavamo i bambini e anche gli adulti
ci venivano incontro per chiederci qualcosa, si
accontentavano delle nostre bottiglie di plastica vuote
quando non avevamo nulla da offrire loro.



Sulla
piroga avevamo anche dei bravi cuochi ovviamente dovevamo
accontentarci di quello che offriva il mercato locale, il
nostro angelo custode come ormai lo chiamavano “Buba” aveva
acquistato dell’ottimo pesce dai pescatori , prima di
imbarcarci aveva pensato a fare une bella provvista di
ottime angurie e coucous , non siamo morti di fame.
All’imbrunire ci siamo fermati in un campo per montare le
nostre tende e la cucina per poter cenare, la prima sera
siamo stati abbastanza fortunati perché non c’erano tante
zanzare, ma la seconda dovevamo stare attenti a non essere
divorati, per cui abbiamo cenato sotto la pallida luce delle
stelle e della luna che romantico!!!!






Alle
prime luci dell’alba eravamo tutti svegli pronti per la
colazione e per affrontare un’altra giornata di navigazione
dobbiamo raggiungere Timboctu prima di sera la nostra
prossima meta: il deserto! Ormai non ci resta che ammirare
nuovamente il traffico sul fiume e fermarci in qualche
villaggi per le provviste !



Finalmente dopo
tante ore ormai č tardo pomeriggio arriviamo, al porto
troviamo ad attenderci i nostri autisti che ci
condurranno nel deserto, non posso descrivere la mia
emozione, io che sono nata in terra africana dopo tanti anni
ritrovarmi nel deserto, toccare quella sabbia
camminare sulle dune, i Touareg ci aspettavano, anche
per loro l’arrivo dei turisti č sempre un occasione per
mostrare il loro artigianato, la cosa che mi ha stupito e
che ormai conoscevano molto bene l’italiano, sono anche
pronti a darci una mano per montare le tende







Gli
stessi Tuareg ci hanno preparato dell’ottimo couscos
abbiamo cenato in compagnia loro sotto la pallida luna
attorniati da un bel fuoco che loro stessi avevano acceso!
Stanchi della nostra giornata ci siamo ritirati nelle nostre
tende.
La
Mattina mi sono svegliata all’alba giusto per poter
fotografare il sole che sorgeva fra le dune del deserto,
dopo una lauta colazione a base di the alla menta ci siamo
preparati per affrontare la giornata prima di recarci a
Timbouctu abbiamo fatto un giro fra i vari accampamenti dei
Tuareg.
In tarda
mattinata arriviamo a Timbouctu , la cittŕ che rappresentava
un mito per gli esploratori europei, che conoscevamo come la
cittŕ dell’oro, adesso purtroppo č una cittŕ molto decadente
dai fasti in cui era il centro del commercio dell’oro,
infatti grazie alla sua posizione era un ottimo punto di
scambio tra il trasporto fluviale e quello di terra.
Girovaghiamo nelle strette viuzze non asfaltate anche qui i
bimbi ti vengono incontro sempre con il loro sorriso
l’architettura delle moschee č identica a quella di Djennč.



Nel tardo
pomeriggio arriviamo in Hotel, dall’esterno sembrava
abbastanza accogliente ma all’interno ……il peggiore di tutti
Forse
forse rimpiangevo la mia tenda, ma per fortuna avevo il mio
sacco a pelo e l’ho preferito alle lenzuola, non c’erano
bestie strane , unica cosa positiva che sono riuscita a
farmi una doccia, ma non ho chiuso occhio tutta la notte non
vedevo l’ora che arrivasse mattina, dovevamo essere svegli
all’alba perché ci attendeva il volo che ci avrebbe portato
a Bamako.
Su quel
piccolo aere avevo un po’ di paura, ma sono riuscita a
chiudere gli occhi e farmi un piccolo sonnellino
ristoratore.
A Bamako
ci aspettava il nostro pulmino, era l’unica cittŕ che non
avevamo ancora visitato,per cui il nostro angelo custode
Buba ci ha portato in giro, abbiamo visitato il museo dove
finalmente ci siamo seduti in un buon ristorante, ormai
stanchi un po’ tutti di mangiare riso, cuouscus pesce e
pollo, ma il mercato locale non offre altro. Dopo di che
siano andati al mercato a fare gli ultimi acquisti di
souvenir , eravamo tutti un po’ stanchi e distrutti, ormai
il nostro tour era terminato, ci aspettava il viaggio di
ritorno abbastanza lungo.
Posso
dire
che questo viaggio mi ha dato una lezione di vita non
indifferente, noi che viviamo nel lusso, con tutti i
confort, non siamo mai contenti, al contrario di quella
gente sulle loro labbra non manca ai il sorriso e cosi’ pure
nei loro occhi!!!!
Adesso vi
presento i nostri 2 angeli custodi che ci hanno seguito
durante tutto il viaggio Nicola la guida del tour operator
e Buba
Va un
grazie per la loro pazienza e bravura.

