C
O S T E
In Libia vi sono tre regioni naturali e storiche:
la Tripolitania
e la Cirenaica che si affacciamo sul mare Mediterraneo, il
Fezzan nella zona sahariana. La costa della Tripolitania che va
dal confine Tunisino a Misurata, è in prevalenza piatta, così
quella brulla e sabbiosa della Sirtica fino a Bengasi. A Est la
costa procede bassa, uniforme, con qualche duna fino al golfo di
Tobruch, insenatura più ampia e profonda di tutta la Libia. Il
rilievo si mantiene sempre al di sotto dei 1.000 metri, mentre
in Tripolitania troviamo una pianura costiera “Gefara”
abbastanza estesa.
I
FIUMI
La Libia è priva di veri e propri fiumi, scarsissima
portata hanno in Tripolitania l’uadi Kaam e l’uadi Ramba, in
Cirenaica l’uadi Derna, numerosi sono gli stagni che durante la
stagione estiva, si asciugano dando origine a delle saline
naturali.; si formano nelle depressioni come quelle
caratteristiche della Cirenaica collegate alla natura carsica
del terreno dove si disperdono le acque degli uidian. Ma gli
Uidian e le falde acquifere consentono la vita di numerosi
oasi anche nella parte più interna del paese.Nel deserto libico
troviamo l’oasi di Cufra mentre nel Fezzan una serie di oasi si
allinea ai piedi ai piedi della scarpata rocciosa e la
depressione sabbiosa di Murzuch.. La Gefara è comunque la sola
zona del paese ricca di acque.
C L I M A
Il clima è fortemente influenzato dal deserto a sud e a nord il
Mar Mediterraneo. D’inverno cadono solamente 380mm. Di pioggia.
Nelle pianure centrali domina un clima semi-arido, la fascia
costiera generalmente è umida soffia in primavera e in autunno
il Ghibli un vento secco, caldo e carico di sabbia.
FLORA
E FAUNA
Lungo la costa prospera la tipica flora del Mediterraneo con
vaste aree di coltivazione di agrumi e di olive, troviamo anche
eucalipti, boungheville e oleandri. Nell’interno le uniche forme
di vegetazione soprattutto nelle oasi vi regnano le palme da
dattero insieme ai fichi d’ndia, i tamerici e gli oleandri.
Fuori dalle oasi l’Acacia , dopo le piogge spuntano cespi di
alimo ed erba medica .
Nelle regioni desertiche l’animale più comune è il dromedario,
ma nelle regioni più isolate troviamo gazzelle lucertole e
serpenti sugli altopiani rocciosi del Jebel il Waddan un grande
capra, ormai anche rarissima.
AGRICOLTURA
L’agricoltura non ha tanta importanza sia per la limitata
superficie coltivabile sia per la scarsità d’acqua. I principali
prodotti agricoli sono i cereali, grano orzo, coltivati sulla
fascia costiera sulle alture che dominano la costa crescono la
vite l’olivo agrumi e alberi da frutta. Nelle zone pre
desertiche lo sparto e l’alfa che vengono utilizzati per fare
corde, stuoie e lavori d’intreccio, inoltre il tabacco,
arachidi, patate e ricino, dalla palma da dattero si ricavano
frutti in abbondanza. Sempre a causa del clima secco e arido è
praticato molto l’allevamento caprino e ovino.
POPOLAZIONE
La maggior parte della popolazione trae le sue origini dalla
fusione degli invasori arabi del VII secolo con i preesistenti
berberi, ma troviamo anche tribù di berberi nelle oasi costiere
che hanno mantenuto i loro caratteri originari i “Tuareg” che
vivono nelle oasi interne della Tripolitania e del Fezzan e ii
Tebu nelle oasi del sud.
I TEBU
Furono dei grandi carovanieri e predatori si spostavano tra la
Libia e il Sudan. Erano in perenne conflitto con i Tuareg , dai
quali furono poi definitivamente mandati via dal Tibesti. Nelle
oasi di Gatrun e di Tedjerhi vive da secoli una comunità Tebu .
Un tempo vivevano in capanne smontabili di paglia oblunga e
rotonda altra circa un metro e mezza. Bouchi questo era il
nome di questa capanna , oggi giorno invece vivono in case di
muratura
I TUAREG
I tuareg sono una popolazione africana che vive nel Sahara, sono
berberi la loro lingua Tamahaq, Tamashek, o Tamajca a seconda di
come parlano è un dialetto berbero. Il nome “Tuareg” è di
origine araba è il plurale della prola Targi Targa nella
lingua berbera significa “canale” e come toponimo indica il
Fezzan, però non condividono questo nome e fra ti loro si
chiamano imohag (uomini liberi)
I tuareg grazie all’isolamento in cui hanno sempre vissuto nel
cuore del deserto o sulle montagne hanno mantenuto più di ogni
altro gruppo berbero la loro integrità culturale.
Le loro tribù sono divise in tre classi sociali:
IMAJAHAGHAN appartenenti alla tribù dei nobili;
IMGHAD appartenenti alla tribù dei vassali
IKLAB schiavi negri
Le differenze con i berberi sono tantissime, ma la più importante è
dovuta dal fatto che la società tuareg è una società
patriarcale, la donna infatti è lei che si occupa
dell’educazione dei figli, che conosce la lingua scritta, la
musica. La donna Tuareg non è mai velata, chi porta un velo di
cotone sul volto è l’uomo, infatti, sono conosciuti come gli
uomini blu, il Taghelmoust è un lungo velo che può arrivare fino
a 7 metri viene arrotolato intorno alla testa e al volto non per
senso estetico, ma per ripararsi dal vento, dal sole e dalla
sabbia. I colori vanno dal nero, al blu al bianco dipende
dall’importanza sociale da chi lo indossa. La lingua parlata dai
touareg è formata da molti dialetti che si differenziano per la
pronuncia di alcune vocali a seconda della tribù di appartenenza,
ma la lingua scritta è uguale per tutti. I touareg sono molto
superstiziosi, al collo fin da piccoli portano numerosi amuleti,
i tera , sono sacchetti di cuoio che contengono oggetti
magici o versetti del corano. Uno dei loro riti è come di tutti
gli arabi quello del tè, che prevede una lunga preparazione di
questa bevanda forte e profumata e viene offerta all’ospite in
piccoli bicchierini, il rito consiste nella preparazione di tre
bicchierini, il primo forte e leggermente amaro il secondo con
la menta e molto dolce, mentre il terzo dolcissimo e con le
noccioline tostate.