Hraimi

 

In quella terra maledetta che non mi stancherò mai di maledire, come tu ben sai, gli ebrei erano una razza a parte.

Questo fatto va  sottolineato, perché, in  altri paesi,quali l'Italia, l'Inghilterra e la Francia, gli ebrei erano perfettamente integrati nella popolazione circostante .
Dicevo quindi che noi eravamo completamente diversi dalla popolazione araba locale;e ciò a differenza di quanto accadeva in altri paesi del Nord Africa,vedi Marocco ,per esempio. Là gli ebrei vivevano allo stesso modo degli arabi,pur avendo una cultura ed usi molto marcati e diversi.
Noi eravamo stati talmente colpiti dall'avvento della cultura Italiana ( tardi,se vuoi,solo nel 1911,non come in Tunisia dove  i Francesi erano arrivati quasi cento anni prima) che il risultato fu sconvolgente. Renditi solamente conto che mio padre,che nacque nel 1908 ( esattamente come il tuo,mi par di ricordare,come del resto tu e io  siamo nati nello stesso anno) fu mandato dal nonno a scuola elementare italiana!Scuola che era stata costituita solo uno o due anni addietro! Il fenomeno è caratteristico delle comunità ebraiche del mondo ovunque: all'arrivo di una civiltà più progredita,più avanzata gli ebrei non esitavano a buttarsi nelle braccia di quella che credevano o intuivano che fosse la civiltà. Ciò era accaduto anticamente in Spagna,quando all'arrivo degli Arabi,in quei tempi bui unici portatori della cultura e della civiltà, gli ebrei non esitarono ad abbracciarne la cultura ed il modo di vivere. La rivoluzione francese e' un altro grande esempio, e via di seguito...
Quindi tornando a noi (perché ti devi abituare alle mie digressioni,le digressioni sono il racconto)va detto che eravamo talmente imbevuti di cultura e modo di vivere all'italiana,che nulla avevamo della cultura araba o comunque turca (la Turchia aveva dominato per secoli quel Paese,fino all'avvento degli Italiani) ne' dei modi di fare o di comportarsi. Il meccanismo ebraico comunque doveva prevedere una valvola di differenziazione,quella che aveva comunque garantito per millenni il sopravvivere intatto di un popolo a qualunque latitudine. Il meccanismo era comunque ( come era sempre stato ovunque ) la religione come pensiero e la scrupolosa osservanza delle feste ebraiche( come conseguenza diretta). Il concetto religioso comunque un po' astratto era cementato dalle abitudini osservate nelle feste. Pertanto,essendo comunque noi fisicamente e politicamente discriminati dai libici arabi,era alquanto difficile ,se non impossibile esternare abitudini e costumi,non restava quindi altro da fare se non osservare scrupolosamente le feste in casa,e l'elemento esteriore più forte era inevitabilmente l'unico accessibile a tutti : la cucina. Pertanto quasi ogni piatto e' caratterizzato in questo modo:la sua preparazione e' strettamente legata ad un evento religioso e di volta in volta avrai la spiegazione delle ragioni per le quali quel determinato piatto veniva cucinato in quella circostanza e non in un'altra.
La hraimi sta alla cucina ebraica tripolina come la pizza alla cucina italiana. Solo il cuscus-mufrum (il cuscus  con le polpette di  verdura e carne) e' piu' celebre,e proseguendo con lo stesso paragone si potrebbe dire come gli spaghetti alla cucina italiana.
La hraimi era di prassi la cena del venerdì sera,all'entrata dello Shabbath.
Ora,per la religione ebraica,il sabato e' la più grande  di tutte le feste. Il sabato va celebrato,festeggiato ed onorato. Pertanto ,oltre a portate di carne occorre anche servire un piatto di pesce,pesce fresco possibilmente, e della migliore qualità ,se ciò è possibile al padrone di casa.
Hraimi
Ingredienti per sei persone:
una cipolla media,olio di oliva,pomodoro concentrato,felel-tuma,sei fette di pesce freschissimo (branzino o simile) ,limone,karuia,paprika dolce in polvere
 
tritare finemente la cipolla e soffriggerla lentamente in abbondante olio di oliva ( circa mezzo bicchiere) { mia madre,in  quello splendido quaderno di "ricette di casa" che mi preparò quando andai via di casa,a diciotto anni,e che malauguratamente e misteriosamente andò perso qualche anno fa,scriveva: in un po' di olio abbondante}in una pentola larga e bassa. Soffriggere fino a che diventi  leggermente bionda.
Aggiungere tre cucchiai colmi  di pomodoro concentrato e due di felfel-tuma ( a rigore ,come leggerai più sotto dovrebbero essere tre di felfel-tuma,ma attenzione,potrebbe essere troppo piccante!),due cucchiai di acqua e a fuoco lento amalgamare il tutto e continuare a rimestare e aggiungere di volta in volta acqua a piccole dosi, cioè un paio di cucchiai alla volta,badando a che si formi un sugo sempre consistente e non allentato.Cucinare in questo modo per circa venti minuti,sempre aggiungendo l'acqua come detto, a fuoco lento.
Aggiungere il succo di mezzo limone fresco,salare ed una ombra( un terzo di cucchiaino di caffé) di karuia ed un cucchiaino da the di paprika dolce, una mezza tazzina di caffé di olio di oliva. A questo punto si dispongono le fette di pesce( opportunamente lavato) sul fondo della pentola e cuocere per circa altri dieci o quindici minuti,fino a che il pesce sia cotto. Spegnere e lasciar riposare .Idealmente va servita a temperatura ambiente . Una hraimi perfetta è servita in un piatto bianco,una fetta di pesce con qualche cucchiaio di sugo,ha un aspetto rosso sangue lucido,appena depositata nel piatto,dopo qualche minuto,si forma tutto intorno un alone di olio rosso lucidissimo. Si mangia con abbondante pane e si aggiunge il limone( che ha la facoltà di alleviare la crudezza del piccante).
Non ho ancora conosciuto una persona a cui non sia piaciuta la Hraimi.
 
La ricetta e' essenziale;basta aggiungere abbondante acqua in un qualunque stadio della cottura,che essa non si rapprenderà più ed il sugo sarà brodoso(orrore!) e via di seguito.
Come tu sai mia madre e' francese,marsigliese di nascita,e non c'entra niente con questa cucina. Ma arrivata giovane a Tripoli,fu presa  sotto le ali  protettive di alcune zie di mio padre ( che era orfano di madre dalla nascita)che le insegnarono tutto ciò che c'era da sapere ( lo scibile del tempo).Ora,una zia era molto agiata e preparava le pietanze cosiddette di lusso ( cioè i tortelli con la mostarda di frutta),ed un'altra era una poveretta,che si ingegnava con niente a fare un pranzo. Il risultato fu che mia madre divenne una provetta cuoca di questi piatti.Ciò premesso,chissà perché,questa benedetta hraimi di mia madre non era mai due volte di seguito uguale: una volta fantastica,una volta una zuppa di pesce dolce .
Ordunque, nei primi anni in cui mi ero trasferito in Israele,un giorno sfrecciavo a circa 150 Km da Tel Aviv verso Haifa, sulla famigerata Giulietta coupé che ti era così nota,color bordeaux scuro,allorché vidi con la coda dell'occhio ,al bordo della strada ,una donna con un fazzoletto in testa,alla moda delle donne tripoline che ancora vestivano quasi all'araba,denotando così una precisa connotazione popolana,che trasportava due pesanti sporte (coffe,dicevano in dialetto) ed arrancava sotto il sole,verso mezzogiorno. Mi dissi,quella e' una tripolina,sono sicuro! Ma ciò che mi aveva fatto capire la sua origine,sopratutto,era il suo ben fornito sedere,tipico delle tripoline, quasi tutte culone. Frenata,tirata su,non sa parlare l'ebraico,si esprime mezzo in italiano mezzo in tripolino,dopo due minuti ha identificato,tramite alcune opportune e mirate domande chi e' la mia famiglia. Ella conosce una cugina di quarto grado di mio padre,e ciò la autorizza a considerarmi un parente . Potenza della fantasia della gente sradicata  dai propri nidi!
L'accompagno a casa ,in un agglomerato di palazzi in un quartiere popolare di un piccolo  comune a cinque km. dallo stradone, e naturalmente sono invitato in questo minuscolo appartamento,pulitissimo all'esasperazione,dove in cucina  ci sono circa cinque o sei pentolini,chiusi col coperchio. Sono naturalmente invitato a pranzo,e con mia grande sorpresa in ogni rispettivo pentolino c'era una pietanza tripolina diversa,due o tre porzioni di ognuna. La " nuova cugina  " mi spiega che ha un figlio sposato che vive a Gerusalemme, e nel caso venisse a trovarla sarebbe contento di poter mangiare un boccone della cucina della mamma. Fra un boccone e l'altro capisco che il figlio viene circa una volta al mese , e raramente si ferma il tempo sufficiente a mangiare. Bene, in breve, questa è la cuoca più perfetta che si possa immaginare,e la ricetta sopra riportata viene carpita durante questo pasto, a ventanni, non le ho lasciato una briciola in tutti e cinque pentolini, l'ho abbandonata verso le cinque,barcollando ma felice,non l'ho mai più rivista. È entrata nella mia parentela in un attimo, e precipitosamente ne è uscita,la cugina,ma mi ha lasciato la migliore hraimi del mondo.  

 

AVVISO SUL COPYRIGHT
decor
 
1.1 Questo sito contiene materiale protetto da copyright, materiale protetto da altri diritti di proprietà intellettuale (come marchi registrati, diritti sui database, diritti tipografici) e materiale che è di proprietà in altro modo della zeriba.net o dei nostri concessionari.

1.2 non E’ consentito scaricare informazioni e materiale dal sito solo per uso personale, non commerciale. Ogni altro uso di qualsiasi materiale (inclusi, senza limitazioni, fotografie, articoli, recensioni, software, commenti, tavole o carte, video clip, loghi di terzi) su questo sito è strettamente proibito. A mezzo illustrazione la proibizione all’uso può includere l’estrazione, l’emendamento, la ridistribuzione, la ripubblicazione, la modifica, la trasmissione, la vendita o qualsiasi altro modo per rendere disponibile ogni informazione e materiale di questo sito a terzi (in qualsiasi formato). In aggiunta a tali restrizioni ci si deve attenere a tutti gli avvisi sul copyright, alle informazioni o restrizioni contenute in qualsiasi materiale a cui si ha l’accesso tramite questo sito.

1.3 L’utilizzo non autorizzato di questo sito o di qualsiasi informazione o materiale in esso contenuto è illegale e in quanto tale può dare origine, tra le altre cose, ad una richiesta di risarcimento danni e può costituire anche un’infrazione penale.