Il rito del the, è una vera e
propria arte, risalente circa a 200 anni fa. L’uso del bere i tre the: amaro come la vita, dolce
come l’amore e soave come la morte, prende il nome dalle
iniziali di tre parole che significano riunione, brace, calma.
Il consiglio dei quaranta infatti, per prendere decisioni
importanti sulle tribù, si riuniva in una tenda intorno alla
brace, usata per scaldare l’acqua del the, con la calma e la
ponderazione necessaria a prendere decisioni importanti.
Oggi il rito del the scandisce i giorni saharawi (detto in arabo
Shai) : in ogni tenda anche nelle più povere e disadorne
infatti, l’attrezzatura e gli ingredienti per fare un buon the
non mancano mai, consistono in un piccolo tavolino arabo molto
basso (midd) un grande vassoio d’ottone o di rame, un fornellino
alimentato dalla brace o dal gas, una piccola teiera e tanti
piccoli bicchierini decorati con motivi arabeschi. .
Il rito del the oltre ad essere simbolo d’amore è anche l’unità
di misura per definire il grado di ospitalità.
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