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ASSARY AL –HAMRA

IL CASTELLO ROSSO

 

 

Con la sua lunga storia è l’edificio monumentale più importante di Tripoli che domina il fianco orientale, quello prospiciente il mare, della città vecchia.

 

Il castello sorge su una delle antiche rovine romane di Oea (tra un grande tempio e le terme). La colonia romana non aveva fortificazioni, ma solo una cinta di mura verso la terra; con l’arrivo dei Bizantini venne rafforzata la linea difensiva, lasciando, però, sguarnito il fronte sul mare che venne attaccato da Amr ibn al Ass (pirata saraceno). Dopodiché decisero di costruirvi un castello.

 

Nel 300 il castello era una fortificazione in rovina e venne restaurata per ospitare i padroni della città; gli spagnoli, prima, nel 1510 irruppero a Tripoli e fecero del castello una autentica fortezza, essi eressero due nuovi bastioni, costruirono, i baluardi del forte San Giorgio e armarono gli spalti. I cavalieri di Malta, dopo, a cui Carlo V cedette il dominio di Tripoli si rinchiusero nel castello perchè temevano gli attacchi degli arabi e dei turchi  ed edificarono il forte Santa Barbara, muraglia che ancora oggi domina la piazza.

 

Le mappe di quegli anni mostrano una potente fortezza, difesa da grandi mura e da cannoni puntati sulla città vecchia ma i Cavalieri non poterono nulla contro la flotta turca dell’ammiraglio Sinan Pashà che prese la città nel 1551 e il castello divenne il centro del potere dei Dey di Tripoli.

 

Murad Agha, divenuto primo governatore, dopo la cacciata dei  Cavalieri di Malta, trasformò la chiesa di San Leonardo in moschea e i sotterranei in prigioni.

 

Dal 1711 al 1835, con l’ascesa della Reggenza, i Karamanli scelsero il castello come residenza ufficiale e resero più efficienti le mura difensive. Il castello divenne la cittadella del governo, era lí che si trovavano il tribunale, la farmacia, i negozi un mulino e una grande sala rettangolare dove i Pascia di Tripoli ricevavano gli ambasciatori ivi accreditati. In questa sala, Yusuf Karamanli uccise  davanti agli occhi della madre, il fratello Hassan.

 

Quando, nel 1911 gli italiani entrarono a Tripoli, il castello era in rovina; fu il governatore Volpi che nel 1922, avviò i lavori di restauro su progetto di Armando Brasini. Venne restaurato il bastione di San Giorgio e si aprì una nuova porta monumentale; a lavori ultimati,  la sopraintendenza ai monumenti della colonia iniziò a raccogliere al suo interno statue e mosaici riportati alla luce dai nostri archeologi, e Italo Balbo, Governatore della Libia istituì il museo archeologico della città e a tutt’oggi continua ad esserlo.