La città fu fondata da coloni
greci giunti da Cirene e fu chiamata Eusperides e solo nel VI
secolo comparve nei documenti storici. Nel VI secolo a.C.
L’insediamento antico sorgeva un po’ più a sud della città
odierna in un sito che veniva chiamato “il giardino delle
Esperidi” legato ad un mito greco dei pomi d’oro. Nel 249 a C.
l’abitato di spostò nel luogo che occupa tutt’ora con il nome
di Berenice, in onore della principessa della Cirenaica sposa di
Tolomeo III. Sotto la dominazione romana la città subì enormi
distruzioni ad opera dei vandali, nel V secolo a.C. dopo un
periodo di stabilità sotto i Bizantini cadde nell’oblio. Bengasi
anche dopo l’invasione araba venne trascurata a vantaggio di
altre città di maggiore importanza strategica, soltanto nel XV
secolo un gruppo di mercanti della Tripolitania la riscoprì ed
ebbe una fase di prosperità- Nel 1578 fu conquistata dai Turchi
che tentarono ti trasformala in un centro amministrativo
spingendo i mercanti a trasferirsi altrove. Riprese a fiorire
verso la metà del secolo XIX, ma la sua prosperità non durò a
lungo, infatti nel 1911 gli italiani assediarono Bengasi dal
mare e la trasformarono in una fortezza. Adesso è una delle
città più importanti della Libia con Derna, uno dei centri più
abitati della Cirenaica. Anche a Bengasi come a Tripoli troviamo
molti monumenti e palazzi progettati da architetti Italiani,
l’ex cattedrale con le due caratteristiche cupole gemelle
costruita tra il 1928 e il 1936 su progetto dei tre architetti
più attivi in Libia Alpago Novello, Ottavio Cabiati, e Guido
Ferrazza, come la cattedrale di Tripoli ora è stata trasformata
in una moschea opera degli stessi architetti anche il palazzo
del Governatore progettato nel 1929, come ampliamento di un
precedente palazzo in stile neomoresco. L’edificio fu scelto con
ufficio del principe Idris as Senssi, che divento re dopo
l’indipendenza del paese nell’anno 1951, lo ribattezzò “Palazzo
Reale” utilizzandolo solo per i ricevimenti , ma non cme
residenza, anche il Teatro municipale fu realizzato du progetto
degli architetti Marcello Piacentini e Luigi Piccinato .
Il nome di
Bengasi deriva da quello di IbnGhazi, un sant’uomo del posto
divenuto celebre nel secolo XV per le sue buone azioni.